giovedì 7 giugno 2012

Alcuni spunti sulla lettura

In occasione di un incontro sul tema della lettura e dei libri, ho preparato una breve presentazione utilizzano Prezi un sito web che permette di lavorare on line e realizzare una sorta di poster, una mappa di argomenti. Sono poi messi in successione con focalizzazioni originali che incalzano il pubblico e favoriscono l'associazione logica. La mappa presentata si appoggia su un contenitore logico dato dalle tappe della vita e per ogni tappa vengono proposti alcuni libri per riflettere sulle caratteristiche, sui vissuti, sulle contraddizioni emergenti.
Qui il link http://prezi.com/qrds0y17qi6w/libri-per-riflettere/


venerdì 30 marzo 2012

Lavoro di gruppo e progettare l'animazione

Terzo incontro con il gruppo adolescenti e giovani dell'Oratorio di Caionvico per un affondo sul tema dell'animazione e del gruppo.
In questa occasione abbiamo analizzato alcuni fattori chiave per l'attivazione di un gruppo di lavoro, mettendo in luce i seguenti punti:
Struttura, Processi, Procedure, Ambiente.
Per ogni variabile ci si è posti alcune domande al fine di riflettere sull'attuale "stato di forma" del gruppo.
Per comprendere le modalità più efficaci per attivare un lavoro di gruppo si è partiti da una sequenza tratta da Master and Commander, in cui Russell Crowe, nei panni del comandante rafforza lo spirito di gruppo (relazione) e di squadra (obiettivo) indicando il senso, l'obiettivo, i compiti e i ruoli che il gruppo deve assumere e condividere.
Il passaggio da semplice gruppo a gruppo di lavoro richiede però che siano superate alcune fasi di sviluppo propedeutiche alla maturità relazionale e operativa dei partecipanti. In questo caso si evidenzia la necessità anche di attività di coordinamento che favorisca la piena integrazione fra la molteplicità dei ruoli, tutti impegnati per svolgere specifiche attività che mirano al medesimo obiettivo (la sig.ra Raku è stata un buon punto di riferimento).
Infine, abbiamo condiviso una questione di metodo per stendere un progetto di grest che abbia un respiro di animazione educativa e non di solo "vento nel cortile".
La progettazione che parte da un racconto offre quel panorama, orizzonte entro il quale posizionare gli obiettivi e i messaggi che dovranno arrivare ai partecipanti del grest. I giochi e le attività avranno quindi una cornice di senso che permette ai partecipanti di percorrere un viaggio che li trasformerà.
Qui di seguito trovate le slide che abbiamo condiviso insieme.

sabato 24 marzo 2012

Il lavoro di gruppo

Secondo incontro con il gruppo di giovani e adolescenti di Caionvico in preparazione dell'attività di animazione da proporre nel periodo estivo. Il tema della serata è stato il lavoro di gruppo, sia come oggetto di riflessione sia come attività da realizzare insieme secondo un metodo condiviso.
Siamo partiti da una definizione classica i"il gruppo è un insieme di persone con un obiettivo comune caratterizzato per l'interdipendenza fra i suoi membri".
Nella sua semplicità, questa definizione ci ha permesso di riflettere su tre questioni chiave:
1. L'insieme di persone: Chi siamo? Chi ci sta? … avete forse paura? avere la percezione del gruppo, dell'insieme, del sentirsi parte di, risponde al bisogno di sentirsi appartenenza e identificazione in qualcosa che aggrega e unisce tutti i membri. Ciò però deve favorire la presentazione di ciascuno in modo che siano rese evidenti sia le affinità sia le specificità di ognuno. Per favorire questa riflessione è stato utile condividere il "discorso alla spogliatoio" di Al Pacino nel film Ogni maledetta domenica, motivazione, senso di appartenenza e interdipendenza emergono chiaramente.
2. Obiettivo comune: qual è la nostra meta? Perché? questo stimolo ci ha permesso di iniziare a definire il traguardo finale dei nostri incontri. Il ragazzi hanno identificato quello che vorrebbero raggiungere con l'attività di animazione estiva, hanno espresso alcuni loro sogni, aspettative, desideri. Una sequenza per sollecitare la motivazione è stata tratta dal film Alla ricerca della felicità, in cui Will Smith sollecita il figlio ad inseguire il proprio sogno.
3. Interdipendenza: siamo una squadra? quali risorse e quali limiti? a questo punto il gruppo ha provato a "censire le risorse", vedere nel gruppo quali abilità, attitudini fossero presenti e come valorizzarle in vista delle attività da realizzare. A questo punto entrano in gioco ruoli differenti e competenze differenti che devono trovare un metodo per amalgamarsi al meglio. Le parole di Julio Velasco diventano un'indicazione magistrale.
L'incontro è terminato con la volontà di tutti di proseguire il percorso e rafforzare altre competenze necessarie per diventare animatori educativi.

venerdì 2 marzo 2012

Problem Solving - Corso di formazione in Cariparma per Unicatt



E' stata una bella giornata di formazione, il gruppo ha partecipato con entusiasmo ed alla fine tutti erano soddisfatti. A Piacenza, nell'ambito di un corso di formazione per i dipendenti di Cariparma in partnership con l'Università Cattolica, ho tenuto una giornata sul tema del problem solving. In particolare, il gruppo ha affrontato alcuni aspetti relativi al decision making e alle modalità elaborative che si attuano durante i processi decisionali. I corsisti avranno ancora 3 dure giornate con altri due colleghi molto bravi.

Le tematiche affrontate hanno messo in luce la differenza fra la razionalità assoluta, tipica dell'home oeconomicus e un approccio a razionalità limitata, che descrive le reali modalità e possibilità di decisione espresse da una persona normale.
Per descrivere al meglio i due profili abbiamo analizzato due filmati decisamente evocativi: il discorso di Gekko in Wall Street e l'analisi dell'Ultima cena nel film Codice da Vinci.
Il primo descrive con realismo impressionante la situazione finanziaria, economica ma anche sociale di una società sottomessa alla logica del profitto a tutti i costi.
Mentre la sequenza successiva mette in luce quanto la nostra percezione modifica ciò vediamo, anzi seleziona gli elementi ci permettono di evitare situazioni di crisi e conflitto.

Nella fase successiva i corsisti hanno affrontato il gioco delle 4 linee rette con le quali unire 9 punti senza staccare la matita. Il gioco favorisce la comprensione della necessità di uscire da logiche di ragionamento routinarie e scontate, aprendosi ad una visione più allargata, più distaccata, ovvero prendere consapevolezza del contesto entro cui ci posizioniamo.

Con l'aiuto di alcune sequenze di Apolli 13 abbiamo sviluppato le varie parti del problema solving partendo da "Houston abbiamo un problema!", passando dall'analisi del problema, la definizione dell'obiettivo per giungere poi alla soluzione finale.

Alla luce delle euristiche (modalità di elaborazione che guidano i nostri processi decisionali) abbiamo analizzato alcuni esempi e stereotipi che dipendono dalla nostra disponibilità di informazioni o dalla frequenza con cui osserviamo un evento.

Il tutto è terminato con il mitico dilemma del contadino su come suddividere l'eredità per i suoi figli sempre più numerosi.


martedì 21 febbraio 2012

Le parole chiave dell'animazione


Il 17 febbraio ho avuto l'occasione di incontrare un bel gruppo di adolescenti e giovani dell'Oratorio di Caionvico (BS) per parlare del tema dell'animazione. Per l'occasione ho pensato di recuperare sette parole chiave che possono diventare un punto di riflessione sul "fare animazione".


1. Il sogno.
Il sogno, l'idea e l'energia che ne scaturisce sono il primo segno dell'animazione. Ogni animatore e ogni gruppo di animazione porta con sé un grande sogno, un disegno tratteggiato all'orizzonte che guida e da segno ad ogni scelta ed ogni azioni. E' il sogno che guida un viaggio, un cambiamento. Pacth Adams ha un grande sogno che caratterizza ogni azioni che svolge nella sua attività di clown-terapia, non sono semplici gesti occasionali, ma segni di un disegno più ampio, di una strategia che tende a realizzare il sogno.

2. La velocità del tempo
L'animazione è coinvolgimento, passione, immersione. Nel momento che si realizza un evento di animazione il tempo "vola" passa veloce, ci si immerge in un'attività che fa perdere il senso del tempo. Questa è la sensazione collegata al divertimento, alla soddisfazione, al vivere un momento piacevole e pieno di energia. Quindi il tempo dell'animazione è un tempo percepito come veloce. L'animazione richiede anche un tempo lento, di riflessione, di preparazione, di valutazione che richiede impegno e dedizione.

3. Musica
L'animazione è musica ed è come la musica, fatta di regole e emozioni. E' uno spartito di attività organizzate con precisione e che nel loro svolgersi promuovono emozioni. Come ogni spartito, anche nell'animazione c'è lo spazio dell'interpretazione, la possibilità per ognuno di esprimere le proprie risorse e talenti all'interno di un disegno condiviso che sa porre limiti e obiettivi, ma anche occasioni di trasporto ed ebrezza.

4. Il metodo
L'animazione segue un metodo, non sequenziale, previsionale, strutturato, rigido. Il metodo dell'animazione ha una logica combinatoria (mette insieme un pluralità di aspetti), una logica di apertura (attenzione a tutto ciò che accade durate l'attività) e una logica di co-costruzione (non c'è animazione se non c'è un incontro con l'altro). Il metodo però non sono istruzioni per l'uso, richiede una coscienza intelligente capace di andare oltre agli steccati per creare ogni volta un "artefatto" nuovo.

5. La cassetta degli attrezzi
L'animazione impiega almeno quattro strumenti: la relazione, attraverso la quale si apre il contatto con l'altro e si costruisce un rapporto di fiducia; l'intenzionalità, che esprime la finalità alla quale si tende; la personalità, ci si gioca in prima persona senza paura assumendosi responsabilità e oneri; la progettazione, non si anima a caso, si segue un progetto, un percorso che delinea il futuro senza incastrarlo in schemi fissi.

6. L'animatore
Ci sono cinque azioni centrali per coloro che vogliono essere degli animatore educativi: sensibilizzare, accendere i sensi, ri-vitalizzare le persone; promuovere, muovere verso nuovi orizzonti, far esprimere nuove risorse; rendere partecipi, coinvolgere, far sentire l'altro protagonista; provocare, stupire, giocare con l'inatteso; trasforma, genera il cambiamento, co-costruisce nuovi significati.

7. Gli strumenti
Ad ogni animatore il suo strumento, ad ogni bambino la modalità migliore per esprimersi: narrazione, musica, teatro, giochi nuovi e tradizionali, pittura, costruzioni, sperimenti, bans, clown, ecc. Ci sono un'infinità di strumenti che si possono utilizzare durante l'animazione, per ognuno è necessario rispettare però tempi, metodi, regole, ruoli.

A questo elenco manca un'altra parola chiave ma che richiede uno spazio specifico, il gruppo. A questo tema sarà dedicato il prossimo incontro.


Per approfondire
P. Triani, Ipotesi sul metodo dell'animazione, in AA.VV., L'animazione socio-culturale, Gruppo Abele, Torino.
L. Cadei, Le radici pedagogiche dell'animazione educativa, Educatt, Brescia.
M. Pollo, Educazione come animazione, LDC, Torino.

martedì 7 febbraio 2012

Pratiche lavorative e formazione - 25 e 26 gennaio 2012



Il 25 e il 26 gennaio 2012 si è tenuto il secondo seminario di studi del gruppo SIPed "Pratiche lavorative e formazione" presso l'Università di Napoli Parthenope.
L'obiettivo del seminario è stato quello di attivare un confronto tra differenti unità di ricerca appartenenti a diverse università italiane sul tema delle pratiche lavorative. Il titolo del seminario era Le epistemologie delle pratiche professionali. Prospettive pedagogiche e si sono succeduti diversi interventi tesi alla presentazione di ricerche concluse o ancora in essere, rispetto all'analisi delle pratiche lavorative e del cambiamento/apprendimento nei luoghi di lavoro (workplace learning).

Insieme con i proff. Livia Cadei e Domenico Simeone (Università Cattolica) abbiamo presentato una ricerca sulle professioni educativa in rapporto alla definizione dell'identità professionale e il riconoscimento sociale. Il lavoro nasce da alcune questioni, relative all'identità professionale dell'educatore, emerse in un gruppo di lavoro internazionale di cui Livia e Domenico fanno parte.

Ciò che emerge sono delle immagini di ruolo in cui si identificano gli educatori: dal
carismatico al militante, dal burocrate al coach. Categorie che emergono dall'incrocio fra due variabili che descrivono atteggiamenti che vanno dal tecnicismo alla motivazione e dalla normalizzazione alla prevalenza dell'individualizzazione.

Questi quattro profili si inseriscono all'interno di tre sfide poste dall'attuale contesto:
a) il lavoro socio-educativo è sempre più complesso;
b) la fragilità del profilo professionale;
c) una pluralità dei percorsi di formazione.

Secondo il punto di vista di coloro che formano gli educatori si evidenziano due dinamiche di cambiamento delle pratiche di lavoro degli educatori:
1.storica: da un educatore tout court, idealista, socio-politico e militante ad un educatore specializzato, pragmatico, ad azione ristretta e privatistica.
2. personale: da un educatore fragile, dipendente da altre professionalità, che vive solitudine ma anche entusiasmo, ad un educatore con autonomia professionale, con sguardo sistemico, capace di lavoro in equipe.
Il percorso possibile dello sviluppo dell'epistemologia pratica degli educatori può essere rappresentata in questo modo:


Il nostro intervento si è concluso presentando una matrice in cui abbiamo messo in luce i punti di forza e di debolezza del percorso di sviluppo dell'identità professionale, integrati con le variabili a favore e contrarie dell'attuale contesto di lavoro.










Durante il seminario sono state presentate varie ricerche molto interessanti sia dal punto di vista contenutistico sia per l'approccio metodologico. Mi permetto di richiamare l'intervento di M. Striano (Napoli) relativo alla Continuità e cambiamento nei ruoli e nelle pratiche professionali delle donne emigrate nel contesto napoletano. Il lavoro è stato svolto con un gruppo di donne emigrate nel napoletano attraverso il metodo narrativo per comprendere ciò che interviene durante il processo di trasformazione della propria identità professionale, in particolare quando il passaggio è di natura up-down.
Molti ed interessanti sono stati gli interventi dei gruppi di lavoro, da quello Firenze, guidato dai proff. Fabbri e Rossi, a quello della prof. de Mennato (Napoli), nonché quello del prof. Pati (Cattolica di Brescia) e della prof. Pulvirenti (Catania).

Slide dell'intervento