venerdì 18 marzo 2011

Narrazione riflessione cambiamento

In occasione di un seminario per gli studenti del III anno del Corso di Laurea in Infermieristica dell'Unicatt. Poliambulanza di Brescia ho presentato un percorso per ragionare insieme sul tema della narrazione. La presentazione di alcuni stimoli volevano sollecitare l'importanza del pensiero narrativo come forma di conoscenza e di apprendimento sia nella vita quotidiana sia nell'esperienza professionale.
Molte delle sollecitazione emergono dagli scritti di Piercesare Rivoltella che hanno dato il quadro di riferimento teorico, infatti dopo alcune definizioni tratte da Segre e da Casetti - Di Chio sulla narrazione abbiamo osservato due modi di narrare: l'opera d'arte pittorica della Danza Macabra sul muro della Chiesa di Pinzolo, del 1539, e il una breve sequenza del racconto di Marco Paolini sulla tragedia del Vajont. Da qui abbiamo sistematizzato il significato del pensiero narrativo con l'aiuto di J. Bruner e la centralità della narrazione per la costruzione dell'identità. Si veda a riguardo l'importanza della narrazione delle favole per i bambini (da Pinocchio a Peter Pan, dal flauto magico al Piccolo Principe) fino a ad arrivare ad alcuni miti attuali di cui sono narrate le loro gesta da Rita Levi Montalcini, per passare da Baggio e Lady Gaga, fino ad arrivare a B. Obama. Ciò che emerge è che le narrazioni che permettono di comprendere il mondo intorno a noi, nonché favoriscono la presa di consapevolezza della nostra posizione nel mondo offrendoci l'opportunità dai dare un senso e un significato alle nostra personali "gesta".
Da qui l'importanza della biografia e della scrittura biografica e per l'occasione abbiamo guardato il film Invictus, con la sequenza denominata "sono il capitano della mia anima". Il racconto biografico permetto di ri-conoscere le proprie azioni, di concatenare una serie di eventi "messi in intrigo" fra loro secondo il personale punto di vista del narratore. Un ordine cronologico soggettivo che attribuisce un senso agli avvenimenti, e una modalità di racconto che rafforzano alcuni aspetti ed eventi mette in luce solamente alcune modalità di lettura, mette in luce dettagli rimasti in ombra.
La breve sequenza in cui viene analizzato il dipinti dell'ultima cena all'interno del film Codice Da Vinci rafforza l'importanza della dimensione comunicativa, del rapporto fra luci ed ombre, fra ciò che si vuole vedere e ciò che viene negato.
Se passiamo dalla narrazione individuale a quella di gruppo si apre la possibilità di rivedere la vita organizzativa come una storia narrata in cui il sapere storico-culturale che si sedimenta nel tempo rappresenta quell'orizzonte di senso che permette di rileggere i singoli eventi che quotidianamente scorrono. Un'organizzazione sempre più caratterizzata per l'enigma, il confuso, l'intreccio, l'inatteso.
Infine, alcune sollecitazione presa da G.P. Quaglino in cui si stimola a considerare la narrazione come una modalità per restituire all'interiorità del sé, ciò di cui si è fatto esperienza. Una restituzione che si basa sulla riflessività per illuminare un nuovo dettaglio, accendere un nuovo punto di vista, un invito alla riappropriazione e alla riscoperta di sé.