martedì 24 maggio 2011

Ed. Permanente e adulti - Unicatt-Poli Infermieristica. L'educazione adulti

Come abbiamo visto a lezione l'educazione degli adulti può assumere una pluralità di modi di espressione: dai più formali a situazione decisamente informali. In particolare, formare adulti richiede specifiche attenzioni che M. Knowles ha espresso molto bene: l'importanza del senso dell'apprendimento per l'adulto, ovvero è necessario che un adulto abbia un punto d'avvio, un problema da risolvere, un interesse specifico. Si può tranquillamente dire che un adulto non apprende per l'autorità espressa dell'educatore in sé, quanto nel senso che può dare all'adulto le competenze che vengo indicate per gestire la propria quotidianità. Un altro aspetto significativo è l'esperienza maturata dall'adulto che diventa un background dal quale è necessario partire per articolare un percorso di formazione. Infatti, un aspetto metodologico centrale è una sorta di com-partecipazione alla progettazione degli eventi formativi. Più l'adulto si sente protagonista del proprio apprendimento, più è possibile che raggiunga gli obiettivi previsti.
Di rilievo sono le quattro dimensioni indicate da Demetrio (amorosa, operativa, ludica, luttuosa) che connotano l'agire delle persone e in particolare esprimono dimensioni attraverso le quali condurre verso possibili cambiamenti e apprendimenti.
Ma quali caratteristiche ha un adulto?
Quali caratteristiche possiamo associare la periodo dell'adultità?

Qui le slide.

giovedì 19 maggio 2011

Visiting dietiste Unimol a Brescia

Il 17 maggio un gruppo di allievi del corso di laurea in Dietistica dell'Università del Molise è venuto a Brescia per un visiting professionale presso due realtà importanti: l'Ufficio Educazione alla salute dell'ASL di Brescia e l'Unità Operativa di Diabetologia degli Spedali Civili di Brescia.E' stata una giornata da ricordare sia per la simpatia e l'entusiasmo di questo fantastico gruppo di dietiste/i sia per l'interesse suscitato dall'incontro con alcuni professionisti del settore.
La realizzazione dell'iniziativa, grazie anche al fondamentale supporto del prof. Salvadori, presidente del corso di Laurea, ha permesso di far conoscere due esperienze di intervento nell'ambito dell'educazione all'alimentazione: la prima rivolta alla cittadinanza attraverso il capillare lavoro degli operatori dell'ASL sul territorio; la seconda attraverso l'imperterrito lavoro dell'équipe dell'U.O., il quale mira ad educare i pazienti diabetici a saper gestire la propria dieta attraverso il corretto conteggio dei carboidrati.

L'incontro con la dott.ssa Laura Antonelli responsabile dell'Ufficio dell'Educazione alla salute dell'ASL si è concentrato sulla dimensione sistemica dell'intervento educativo in ambito della salute e della corretta alimentazione, vedendo il coinvolgimento della dietista in stretta collaborazione con gli operatori che incontrano quotidianamente i pazienti (medici di base, pediatri, assistenti sociali, operatori del territorio, psicologi) e in stretta vicinanza con l'ambiente stesso in cui vivono le persone.
Infatti, se l'ambiente non permette, facilita e sostiene un
cambio di comportamenti attraverso anche la disponibilità di alimenti differenti, non esi
stono diete che raggiungono il loro obiettivo. I comportamenti sono sempre contestualizzati e l'ambiente ha un'influenza fondamentale.

L'incontro con il prof. Umberto Valentini, la dott.ssa Giuditta Grazioli e il dott. Ciminio dell'U.O. di Diabetologia ha messo in luce la complessità del calcolo dei carboidrati nella vita quotidiana e al tempo stesso, i tre testimoni hanno indicato l'importanza di saper declinare l'intervento nella vita reale del paziente senza eccessivi stravolgimenti, imposizioni e vincoli.

Anche in questo caso la relazione con il paziente diventa uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati.
All'interno dell'U.O. le ragazze e i ragazzi molisani hanno anche potuto sperimentare alcune modalità alternative di misura per il calcolo dei carboidrati, utilizzando strumenti tipici della cucina.


L'impegnativa giornata si è conclusa con una camminata e una cena nell'accogliente luce serale del golfo di Salò, lasciando nel cuore di tutti un bellissimo ricordo.

Ed. Permanente e adulti - Unicatt-Poli Infermieristica. L'educazione permanente


Siamo partiti dalla differenza fra il significato di Life Long Education e Life Long Learning evidenziando la dimensione dell'intenzionalità della proposta formativa da una parte e la possibilità di apprendimento continuo che contraddistingue ogni persona. All'interno di questo scenario la definizione data dalla comunità europea indica: "Qualsiasi attività di apprendimento avviata in qualsiasi momento della vita, volta a migliorare le conoscenze, le capacità, le competenze in un prospettiva personale, civica, sociale e/o occupazionale". Ciò che emerge con forza è l'importanza di costituire una sorta di società educante che sappia prendere in carico le potenzialità dell'apprendimento di ciascuno per offrire opportunità di autorealizzazione, cittadinanza attiva, inclusione sociale e occupabilità. Le proposte educative potranno essere quindi sincroniche (nel medesimo momento) nella pluralità degli ambienti di vita e diacroniche in ogni momento della vita. Questa attenzione nasce quindi non solo come necessità di adeguamento delle competenze alle esigenze economico-tecnologiche, ma anche come possibilità di compiere un personale progetto di autorealizzazione.
Qui le slide della lezione.

mercoledì 11 maggio 2011

Ed. Permanente e adulti - Unicatt-Poli Infermieristica: Le mappe

L'opera qui presentata "Ha testa mano piede cuore" di P. Klee rappresenta bene la pluralità di dimensioni che contraddistinguono la formazione e come questa pluralità sia ben descritta dalla teoria delle intelligenze multiple di H. Gardner.
Se abbiamo ipotizzato che l'apprendimento è un processo che connota ogni persona e si genera nel momento stesso che la persona si confronta con il mondo, ciò significa che l'apprendimento nasce da un'esperienza che coinvolge l'intera persona nella sua molteplicità di forme, dalla sua capacità cognitiva a quella fisico-motoria, come quella spa
ziale o ritmico-musicale.
Questo processo sinergico con il contesto diventa la sfondo attraverso il quale è possibile ip
otizzare interventi educativi e formativi che promuovano negli interlocutori coinvolti (dagli allievi ai docenti) azioni di cambiamento.
Sia Vygotskij che Piaget o autori contemporanei come Knowles o Engestrom affer
mano la centralità della relazione con il contesto ed attraverso questa esperienza guidata dalla necessità di risoluzione problemi o superare contraddizioni o incentivare risorse è possibile concretamente costruire nuovi saperi, artefatti culturali e cognitivi, strumenti e modelli concettuali che arricchiscono l'orizzonte stesso.
Attraverso lo strumen
to delle mappe cognitive diviene possibile conoscere ed affrontare al meglio il processo di problem solving che permette l'avvio di questo specifico circolo di apprendimento "ad espansione" (vd. expansive learning di Engestrom).

Qui qualche sistematizzazione.



venerdì 6 maggio 2011

Tramonto sull'adriatico - Due giorni al Master per Coordinatori infermieristici dell'UniMol


L'immagine del tramonto sull'adriatico ben rappresenta metaforicamente il ruolo del o della coordinatrice infermieristica (ex caposala), in altre parole viene chiesto qualcosa che sembra a primo avviso impossibile, ma in certe condizioni si può realizzare!
Con un bel gruppetto di infermiere socievoli e incuriosite ho passato un pomeriggio e una mattinata ragionando sulla dimensione dell'apprendere all'interno
delle unità operative e la funzione "educativa" richiesta alla coordinatrice.
I temi su cui si è concentrato il confronto sono stati vari, fra i quali l'apprendere dai problemi, valorizzare l'esperienza, l'importanza dell'apprendimento operativo e la formazione intesa come gruppo di miglioramento.
Basandosi sul contributo teorico di di J. Dewey, L. Vygotskij, M. Knowles e J. Bruner abbiamo riflettuto sull'importanza del contesto sociale e culturale nei processi di apprendimento e come, la progettazione di di questi contesti può favorire l'emergere nell'unità operativa di un vero e proprio clima di apprendimento
continuo.
Attraverso un lavoro di gruppo che ha richiesto alle corsiste di ragionare su un caso concreto di conflitto nell'équipe si è aperta l'opportunità di cambiare la prospettiva sulla formazione, trasformando l'immagine della formazione come prodotto, ad un'idea di formazione come processo in grado di partire dai problemi concreti vissuti nell'unità operativa e definire in progress le tappe necessarie per raggiungere una soluzione che sia effettivamente un apprendimento individuale e organizzativo.
All'interno di questo scenario il problema diventa nei fatti l'opportunità per innescare un processo
virtuoso di crescita di competenze a patto che si attivi sull'esperienza un'azione riflessiva intenzionalmente guidata.
Tale processo riflessivo merita attenzione in quanto permette di far emergere sia la dimensione razionale dell'esperienza sia la dimensione emotiva e affettiva. Solo attraverso un percorso di ri-appropriazione dell'esperienza, una sorta di narrazione condivisa nel gruppo è possibile identificare nuove competenze, nuovi modelli e nuove procedure che favoriscono il
miglioramento e l'innovazione. Si attua un processo di distanziamento e riavvicinamento in modo da cogliere le implicazione personali e del contesto che intervengono nell'agire pratico quotidiano.
Attraverso esempi concreti di gruppi di miglioramento e progetti di formazione sul campo abbiamo dato concretezza a
queste tematiche ricercando inoltre azioni concrete da attuare nelle proprie unità operative.
Un caloroso ringraziamento a tutto il gruppo che mi ha permesso di riflettere e imparare cose nuove e mi ha accolto con calore nonostante l'inflessione nordica nella parlata e nei ragionamenti!!